“Nel sistema carcerario del Lazio ci sono anche delle eccellenze: penso ai reparti per detenuti che funzionano bene presso l’ospedale “Sandro Pertini” a Roma e all’Ospedale Belcolle di Viterbo, che potrebbero addirittura assistere detenuti provenienti da altre regioni. Ci sono poi molte criticità, soprattutto di tipo strutturale, essendosi ridimensionato, con l’indulto, il problema del sovraffollamento. Così Luisa Laurelli, Presidente della commissione Sicurezza e Lotta alla criminalità del Lazio ha sintetizzato oggi, in una conferenza stampa, i risultati delle visite effettuate in tutte le carceri del Lazio, che costituiscono oggetto di una relazione che quanto prima sarà discussa il Consiglio Regionale. In poco meno di un anno, Luisa Laurelli si è recata nelle carceri del Lazio a parlare con i direttori degli istituti penitenziari, con gli operatori, con i detenuti. Un tour che ha portato in evidenza quali sono i problemi reali delle carceri e soprattutto ha chiarito che cosa può fare la Regione e che cosa è in capo al Dap, Dipartimento Amministrazione Penitenziaria. “In questo giro per le carceri abbiamo portato la proposta che poi è diventata legge regionale l’8 giugno 2007 sui diritti della popolazione detenuta. Abbiamo adesso il riferimento legislativo su cui calibrare i nostri interventi soprattutto per quanto attiene all’assistenza sanitaria e sociale ai detenuti”.
Alla legge varata dal Consiglio Regionale si è richiamato anche Daniele Fichera, assessore agli Affari istituzionali, presente alla conferenza stampa, che ha annunciato l’imminente firma di un protocollo d’intesa tra Ministero della Giustizia e Regione Lazio, finalizzato alla promozione e realizzazione di interventi relativi all’esecuzione penale per adulti e minori che riguarderà la territorializzazione della pena; l’edilizia penitenziaria; la tutela, promozione ed educazione alla salute; l’assistenza sanitaria e socio-riabilitativa dei detenuti tossicodipendenti e alcol-dipendenti e interventi trattamentali.
Presenti alla conferenza stampa Peppe Mariani (Verdi) e Donato Robilotta (socialista riformista). Secondo Mariani, tutto questo che fino a oggi stato fatto va continuato nel tempo, “perché i bisogni e le fragilità della popolazione detenuta impongono alle istituzioni di dare risposte”. Robilotta, nel ricordare che la legge varata dal Consiglio è diversa dalla proposta originaria, ha detto di essersi sempre impegnato sul fronte dell carceri, fin da quando era assessore nella precedente legislatura. “Ho la consapevolezza che i temi che ruotano attorno alla situazione carceraria sono delicati, come anche è delicato il rapporto istituzionale tra lo Stato e le Regioni: l’importante è che ciascuno faccia al meglio la sua” parte”.
11 luglio 2007