Nel panorama della progettualità di revisione dell’assistenza sanitaria in carcere in questi ultimi anni si sono sviluppate diverse tematiche, sono state proposte soluzioni di diverso indirizzo e, di volta in volta, si sono proposti quali protagonisti ASL, Regioni, Ministeri ed organizzazioni ONLUS e di volontariato per la soluzione degli elevati bisogni di salute della popolazione detenuta. Ma ancor oggi ciò che è stato possibile attuare, e neppure diffusamente, è volto a fornire una sorta di supporto dall’esterno, piuttosto che ad interagire all’interno del carcere integrando le risorse dell’organizzazione già esistente. L’unico programma finora sicuramente compiuto in maniera diffusa ed omogenea è stato indirizzato alla riduzione delle risorse destinate all’assistenza delle persone ristrette negli Istituti Penitenziari.
Gli operatori esperti del settore sono stati invitati ad interveniresui servizi sanitari penitenziari degli Istituti con criteri di razionalizzazione delle risorse ed ottimizzazione dei risultati, ma vi sono pur sempre dei limiti al di sotto dei quali le risorse disponibili non consentono di gestire il sistema. Il rischio allora, tutt’altro che teorico, è quello di avere dei “servizi etichetta” ma insufficienti ad assicurare la realizzazione della mission per cui sono stati creati.
Molti aspetti, in questo senso, devono ancora essere valutati, ed ilavori di questa VIII Agorà Penitenziaria si propongono di misurare la realtà attuale al fine di consentire una miglior comprensione della problematica.
Dottor Andrea Franceschini
Presidente SIMSPe-onlus