25 ottobre 2012 – ADIPSO (Associazione per la DIfesa degli PSOriasici) e SIMSPe–onlus (Società Italiana di Medicina e Sanità Penitenziaria) uniscono le proprie azioni a sostegno della salute delle persone detenute nei 211 Istituti Penitenziari Italiani.
La sanità penitenziaria è dal 2008 in capo al S.S.N. e, quindi, alle Regioni ed alle singole Aziende Sanitarie Locali, ma non si è lontani dalla realtà indicando questo settore come il fanalino di coda dell’assistenza pubblica.
La sanità penitenziaria è sovraffollamento, crisi economica, mancanza di strategie e soprattutto carenza di personale sanitario e di servizi, a cui consegue spesso una precaria assistenza ai detenuti. L’elevato numero di suicidi, di atti di autolesionismo, di morti naturali in giovani donne e uomini, di malattie infettive, di dipendenze patologiche, non debbono quindi stupire ma essere di monito e di sprone per chi di questa situazione è responsabile.
La società scientifica e l’associazione dei pazienti firmatarie di questo comunicato non si sono mai sottratte alle loro responsabilità e continueranno la loro lotta contro la sofferenza di tutte le persone detenute, con le armi della perseveranza, della cultura e dell’accoglienza. In questo contesto è corretto occuparsi non solo di HIV, epatite B e C e Tubercolosi ma anche di altre malattie invalidanti come la Psoriasi, favorite dalle condizioni di stress estremo in cui si è costretti all’interno degli istituti penitenziari.
Fino ad oggi non sono disponibili dati sulla prevalenza della Psoriasi tra i detenuti, né sulla qualità delle cure apprestate. Sappiamo però che i detenuti che giornalmente sono presenti nelle nostre carceri sono oltre sessantacinquemila e sappiamo che la Psoriasi se non diagnosticata può solo progredire e se non curata può rappresentare una vera e propria tortura fisica e psichica. Non conoscere la reale entità del problema non esime quindi i responsabili della cosa pubblica dall’interessarsi della salute anche di un solo uomo.
Ha scritto un detenuto: “Ho pianto per la rabbia e la vergogna di quello che ero diventato in carcere: un rettile subumano”. Costringere una persona a vergognarsi per errori ed omissioni non suoi ma di un’assistenza sanitaria inadeguata, è estremamente grave.
La Società civile che oggi vogliamo rappresentare deve cogliere l’occasione di questa Giornata Mondiale della Lotta alla Psoriasi per richiamare l’attenzione delle Istituzioni, partendo proprio dalla Psoriasi. Sono necessarie strategie precise di contrasto come quella dell’estensione alle persone detenute dell’assistenza fornita presso i Centri Dermatologici italiani accreditati per tale patologia.
In tale ottica, lo scorso 12 ottobre a San Martino al Cimino (VT), ADIPSO e SIMSPe–onlus alla presenza dei rispettivi presidenti Dott.ssa Mara Maccarone e Prof. Sergio Babudieri, hanno sancito il loro comune impegno, organizzando un incontro in cui è stato concordato un percorso tra Dermatologi, Reumatologi e medici dell’U.O. di Medicina Protetta – Malattie Infettive dell’Ospedale Belcolle di Viterbo, che consentirà alla popolazione detenuta di ricevere adeguata assistenza specialistica sia in carcere che presso lo specifico reparto ospedaliero destinato ad accogliere pazienti in stato di detenzione, diretto dal Past-Presidente SIMSPe Dott. Giulio Starnini.
All’iniziativa ha anche aderito il Prof. Orlando Armignacco, presidente della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali.