La Tubercolosi multi-resistente (MDR-TB, definita come forma resistente ad almeno isoniazide e rifampicina) ed estensivamente resistente (XDR-TB, definita come MDR con resistenza anche ai fluorochinoloni e agli iniettabili di seconda linea- amikacina, kanamicina e capreomicina) rappresenta un problema clinico importante ed una sfida per il controllo/eliminazione della malattia.
Il trattamento dei pazienti affetti da MDR-TB e XDR-TB è lungo, costoso ed espone ad un alto rischio di tossicità, a fronte di risultati modesti.
La Bedaquilina, nuovo farmaco antitubercolare, recentemente reso disponibile per la terapia dei casi MDR/XDR, rappresenta una risorsa importante per i clinici.
Il documento, redatto e presentato dalle Società Scientifiche che a vario titolo si interessano alla Tubercolosi , rappresenta l’adattamento alla realtà italiana delle raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (World Health Organization, WHO) sull’utilizzo di Bedaquilina, redatto da parte di un gruppo di medici e ricercatori italiani con esperienza internazionale nella gestione dei pazienti con MDR-TB. Il documento descrive le caratteristiche del farmaco e del relativo test di sensibilità, riassume le raccomandazioni sul suo utilizzo, delinea le modalità prescrittive, raccomanda il percorso di follow-up clinico e propone un documento di consenso informato necessario per la prescrizione di Bedaquilina.
Nel contesto penitenziario italiano non ci troviamo oggi di fronte ad un’epidemia di tubercolosi resistente, tuttavia sono numerose le segnalazioni di casi diagnosticati durante la detenzione o di soggetti arrestati e detenuti quando una terapia per MDR-TB o XDR-TB era già in corso. E’ dunque utile conoscere meglio questo nuovo farmaco anti-tubercolare ed impiegarlo nel migliore dei modi anche quando il paziente affetto da MDR-TB o XDR-TB si trova in carcere.