In comunità chiuse, quali quelle penitenziarie, la prevenzione delle malattie infettive diffusive riguarda tanto la popolazione detenuta, quanto gli operatori delle aree che caratterizzano il mondo carcerario. Questi ultimi, inoltre, possono rappresentare un veicolo involontario di possibile trasmissione, tanto verso l’interno che verso l’esterno. Tematiche relative alla conoscenza dei meccanismi di diffusione e trasmissione della malattie infettive, che da sempre suscitano l’interesse di chi opera in comunità confinate, sono frequentemente oggetto di discussione, i cui contenuti, però, sono spesso distanti dalla realtà o addirittura riferibili a preconcetti o pregiudizi.
Da un’attenta riflessione sulla crescente rilevanza che il binomio malattia infettiva-carcere ha assunto, il PRAP della Lombardia, nella persona del dott. Luigi Pagano, in collaborazione con i referenti dell’UOSP (dott.ssa Patrizia Massa, responsabile amministrativo dell’Unità operativa di Sanità penitenziaria del Prap di Milano e dott. Angelo Cospito, responsabile sanitario dell’Unità operativa di Sanità penitenziaria del Prap di Milano) e dell’UOF regionale ( dott.ssa Elisabetta Palù responsabile Unità organizzativa della Formazione del Prap di Milano), ha evidenziato la necessità di affrontare il tema in una prospettiva teorico-scientifica, non estranea alle problematiche dell’impatto psicologico, relativamente agli operatori non sanitari che lavorano all’interno degli istituti lombardi.Le situazioni di crisi degli operatori del carcere, reattive al prolungato stress a cui sono sottoposti in presenza di particolari gruppi a rischio di malattie infettive diffusive, si possono manifestare con burnout e possono indurre, al rifiuto del compito o ad un “allentamento della relazione”, reale o psicologica, con la persona detenuta.Il piano didattico, la metodologia e i contenuti sono stati affidati alla Società Italiana di Medicina e Sanità Penitenziaria SIMSPe onlus, quale interlocutore a livello istituzionale per le competenze tecnico-scientifiche delle questioni relative alla salute in carcere. Il corso di informazione – sensibilizzazione, pianificato dal dott. Alfredo De Risio, referente nazionale per la formazione della SIMSPe onlus, rivolto a tutto il personale penitenziario non sanitario, ha visto nel suo momento d’avvio un modulo formativo per i medici incaricati e consulenti infettivologi, individuati quali referenti possibili per gli istituti penitenziari, ove operano abitualmente. Nell’aula didattica del PRAP di Milano le figure mediche sopra citate, fuori dagli schemi degli argomenti specifico-professionali, sono state chiamate a svolgere attività d’aula sui temi della comunicazione interpersonale in situazioni di rischio. Con i medici sono stati trattati, da un esperto, argomenti quali: processo e canali della comunicazione, comunicazione come strumento di orientamento, comunicazione e metacomunicazione, linguaggio del corpo e messaggi inconsapevoli, comprensione dei bisogni profondi degli interlocutori, attivazione emotiva e accettazione del messaggio, elementi in un messaggio di rischio sulla salute.Negli incontri informativo/didattici tenuti dal dott. Angelo Cospito, e dalle figure sanitarie sopra indicate, partendo dall’analisi di uno o più casi appartenuti alla realtà penitenziaria dove il singolo incontro si svolge, verranno illustrati i punti di forza e le criticità da tenere nei comportamenti per operare in condizioni di sicurezza per la salute dei singoli e della collettività. Le attività di facilitatore d’aula sono svolte da Mauro Trezzi. In prima battuta saranno coinvolti gli istituti penitenziari di Milano-Bollate, Milano-S.Vittore, Milano-Opera, Monza, Pavia e Vigevano.
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