Oggi, 22 luglio 2010 Paolo ha voluto privare la sua famiglia, gli amici, i tanti che lo stimavano della possibilità di incontrarlo ancora.
L’unica azione che non condivido e non approvo di una persona che ho avuto la fortuna di conoscere grazie al mio lavoro al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria .
Un uomo di Stato, di giustizia, di cultura. Un uomo che era riuscito in Calabria (la Regione italiana con il più basso PIL del Paese) a gareggiare per efficienza con il Provveditorato della Regione più ricca di Italia, la Lombardia .
Un uomo guidato dalla dignità e dal rispetto verso gli altri, stimato al tempo stesso da detenuti e agenti di polizia.
Un uomo che suscitava nei tanti burocrati inetti che popolano l’Amministrazione Pubblica ai vari livelli, sentimenti di astio perché dimostrazione vivente che le cose debbono e possono cambiare. Un uomo da sempre vicino alla Sanità Penitenziaria che ha accompagnato fin dai primi passi partecipando di persona a riunioni operative, convegni e realizzando in Calabria, con l’aiuto dell’amico e collega Luciano Lucania, un modello assistenziale poi mutuato da altre Regioni.
Alla famiglia, alla moglie che ho conosciuto, non conosco parole che possano esprimere la vicinanza mia e di tutti gli iscritti della Società Italiana di Medicina e Sanità Penitenziaria a partire dal presidente Prof. Sergio Babudieri.
A noi rimane il rammarico di non aver avuto la possibilità di capire e di aiutare.
Giulio Starnini