INTRODUZIONE
Gli Istituti Penitenziari hanno il compito di assicurare la custodia delle persone a disposizione dell’ Autorità Giudiziaria e delle persone fermate od arrestate dall’ Autorità di Pubblica Sicurezza o dagli organi di Polizia Giudiziaria, e di consentire l’ espiazione della pena ed il recupero del reo attraverso l’ osservazione ed il trattamento rieducativo per la sua risocializzazione.
Le strutture penitenziarie racchiudono, però, una popolazione di persone detenute od internate che fin dall’ingresso in carcere portano con sé il loro vissuto personale di disagio che realizza il concentramento in un unico ambiente di malattie fisiche, psichiche e di devianza comportamentale.
Alla Medicina Penitenziaria è affidato il compito della prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione in carcere, considerando la situazione limitativa imposta al paziente, al fine di assicurare i necessari indici di salute in maniera compatibile con la sicurezza della struttura ed il rispetto del paziente detenuto.Tale compito, come si vedrà, non è di facile attuazione, perché se da una parte gli indirizzi specifici della Medicina Penitenziaria, come branca della Scienza Medica nel suo più ampio significato, contemplano principi, criteri e linee guida costantemente in evoluzione, dall’ altra la gestione sanitaria del paziente detenuto assume significati particolari, tra l’ inadeguatezza delle risorse ed una normativa non ancora definita.Si deve distinguere, a rigore di termini, tra Medicina Penitenziaria (scienza di studio dei problemi legati, per esempio, non solo alla malattia in carcere ma anche alle dinamiche di salute in regime di detenzione, agli aspetti legati alla limitazione ambientale, ad un esclusivo ed obbligato “modus vivendi” della persona detenuta, ecc e delle possibili soluzioni), e Sanità Penitenziaria (l’organico degli operatori sanitari, l’ organizzazione dei servizi, le risorse dedicate, la formulazione di protocolli omogenei e di procedure, ecc.)
L’ uno non è sinonimo dell’ altro, come spesso avviene per alcuni settori della Medicina, a causa della distanza tra ciò che si dovrebbe fare e ciò che è attualmente possibile fare, considerando l’ ambito nel quale la salute non è il compito principale dell’ Amministrazione Penitenziaria.Si parlerà quindi di Medicina Penitenziaria trattando gli aspetti programmatici del settore, e di Sanità Penitenziaria trattando gli aspetti organizzativi e normativi.L’ esame del rapporto tra Medicina e detenzione non può prescindere da considerazioni generali che vincolano fortemente tale rapporto.
L’Amministrazione penitenziaria ha come fini istituzionali, come abbiamo detto all’ inizio, assicurare la custodia della persona reclusa e favorirne, attraverso il trattamento rieducativo, il reinserimento sociale. Nell’ambito di questa funzione due articoli della nostra Costituzione, l’ art. 27 ( le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato ) e l’ art. 32 ( nel quale la salute viene sancita come fondamentale diritto dell’individuo ), sostengono il vincolo in base al quale lo Stato è tenuto a garantire la tutela della salute della popolazione detenuta.La tutela della salute in carcere è, di fatto, non solo diritto del soggetto, ma è anche finalizzata a stimolare la persona detenuta a considerarsi non esclusa dalla comunità sociale.
Il mantenimento e la conservazione della salute rappresentano una condizione indispensabile per poter operare sul trattamento rieducativo, ed anche in tal senso le attività sanitarie in carcere si collocano tra i fini istituzionali affidati all’ Amministrazione Penitenziaria e si inseriscono, per quanto possa sembrare antitetico, in un costante dialogo con l’ordine e la sicurezza.Inoltre, si deve considerare che “ il detenuto deve essere sottoposto soltanto alla pena privativa della libertà e non a pene supplementari quali, per esempio, una minore qualità dell’ assistenza medica”.Si configura così una branca della Medicina che è indirizzata all’ esercizio in un ambito peculiare, con compiti normativi che prevedono funzioni non solo assitenziali, dedicata alla tutela della salute di una popolazione che si trova in una situazione contingente particolarmente limitativa e che presenta una elevata richiesta di bisogni di salute.In tale contesto si inseriscono le competenze di chi deve assicurare la salute delle persone detenute. Il profilo organizzativo della Sanità Penitenziaria, i suoi obiettivi assistenziali, la dipendenza amministrativa dei suoi operatori, sono stati oggetto in questi ultimi anni di discussione e confronto che hanno portato ad una revisione degli indirizzi e della normativa, tuttora in evoluzione.
Il panorama attuale della Medicina Penitenziaria verrà esposto nei capitoli successivi attraverso un percorso che terrà conto dei principali fattori ed aspetti che rendono l’ assistenza in carcere un’ attività sanitaria del tutto particolare, non escludendo spunti di di riflessione e considerazioni derivanti da un’ esperienza trentennale di lavoro come Medico Penitenziario.Nel primo capitolo saranno affrontati gli aspetti concernenti la persona detenuta, attraverso la considerazione del significato di detenzione e del disagio che essa comporta, del significato di malattia in carcere, della difficoltà nella realizzazione di un soddisfacente rapporto Medico Paziente, degli spazi destinati alla detenzione .Nel secondo capitolo si prenderanno in considerazione gli aspetti riguardanti il complesso della popolazione detenuta, la sua composizione, il suo stato di salute attraverso elementi di valutazione dei dati statistici. Nel terzo capitolo saranno esaminate le “aree critiche” relative alla salute, vale a dire quelle macro aree di patologie più impegnative dal punto di vista gestionale e le procedure per assicurare adeguata risposta.Nel quarto capitolo saranno esposti cenni storici e considerazioni relative alla normativa, alla sua evoluzione ed ai possibili panorami del futuro prossimo.
Nel quinto capitolo si descriverà l’attuale assetto organizzativo della Sanità Penitenziaria, la sua struttura amministrativa, le scelte operative adottate dall’ amministrazione Penitenziaria, le risorse dedicate ed il Personale operante negli Istituti, con riflessioni sulle difficoltà e le criticità del sistema.
Andrea Franceschini, Vicepresidente SIMSPE, Dirigente Sanitario CC Regina Coeli Roma