Al Sig. Ministro della Giustizia
Al Sig. Ministro della Salute
Al Sig. Sottosegretario alla Giustizia
On Manconi
Al Sig. Capo del DAP
Ill.mi Sigg.ri,
le dimissioni da Presidente dell’AMAPI del Prof. Francesco Ceraudo, formalizzate con una recente nota diffusa dai media, pur se frutto di valutazioni su problematiche attuali e di significativa gravità a tutti noi note e certamente fonte di non poche preoccupazioni, non possono essere interpretate come voce la corale dei Medici operanti nelle carceri italiane. Sono giudizi e posizioni personali, espresse inoltre a nome dei Colleghi iscritti a questa Associazione, ma che non sono certo la totalità dei medici operanti negli II.PP. italiani. E se, nel momento del commiato, ci appare doveroso un ringraziamento al Collega Ceraudo per l’opera portata avanti – tra luci ed ombre – in questo lungo periodo, non può non ribadirsi che le problematiche attuali e le spinte al cambiamento, che ormai sono da più voci espresse, non possono e non devono essere imposte dall’alto, senza il coinvolgimento degli operatori. Soprattutto nel contesto penitenziario.
La Società Italiana di Medicina e Sanità Penitenziaria che mi onoro di presiedere, come espresso nel suo atto costitutivo indirizza la sua azione allo studio ed alla soluzione dei problemi del settore penitenziario. Mai come adesso è necessario ed urgente riunire ad un tavolo tecnico tutte le organizzazioni che si occupano di salute in Carcere, per esaminare gli scenari ipotizzabili di rimodellamento del sistema e di razionalizzazione delle risorse, in relazione alla disponibilità economica, oggettivamente in atto insufficiente per garantire le esigenze di salute e i livelli essenziali d’assistenza per le persone detenute. Appare di conseguenza nell’immediato indispensabile un impegno concreto delle SS.LL. perché i fondi sullo specifico capitolo di bilancio vengano rivalutati.
Diviene inoltre necessario pensare un “nuovo” modello organizzativo, da concertare nelle sedi istituzionali; il cambiamento al vertice dell’ AMAPI potrà anche essere una occasione preziosa per colmare quel vuoto che da molti anni affligge anche la politica strettamente sindacale in carcere. Politica sindacale che non può essere scissa dalla oggettiva e serena valutazione di contesto, ormai di fatto mutato nell’ultimo decennio, non ultimo per il forte ruolo in periferia dei Provveditorati e delle loro articolazioni sanitarie.
Rimaniamo fiduciosi che le SS.LL. vogliano accogliere la richiesta espressa di un tavolo tecnico, al quale sin d’ora ci dichiariamo disponibili alla partecipazione, anche alla luce delle competenze che molti di noi hanno acquistato nell’attività presso i Provveditorati Regionali e lo stesso Dipartimento. Nelle more chiediamo l’audizione urgente di una delegazione Simspe-Onlus per esaminare congiuntamente le attuali problematiche che affliggono la Sanità Penitenziaria, ed ipotizzarne le più concrete e condivise soluzioni.
Con i sensi del più profondo ossequio.
Il Presidente
Dott. Andrea Franceschini
01/02/2007