Viterbo, 07 Marzo 2016 – Venerdì 4 marzo a Viterbo, nella Sala conferenze della Fondazione Carivit a Palazzo Brugiotti si è tenuto l’incontro “Oltre le sbarre”. Sono intervenute Teresa Mascolo Direttore della Casa Circondariale Mammagialla di Viterbo ed Elena Rastrelli, dirigente medico infettivologo presso il reparto di Medicina Protetta-Malattie Infettive dell’Ospedale Belcolle di Viterbo, Consigliere del Direttivo di SIMSPE onlus e referente del focus sulla salute delle donne detenute nell’ambito della società scientifica.
L’incontro è parte del progetto “Le donne si raccontano” che prevede ogni primo venerdì del mese una conferenza incentrata sull’eccellenza femminile della Tuscia. Il progetto è promosso dalla FIDAPA (Federazione Italiana Donne Arti Professioni e Affari) Sezione di Viterbo e ha il patrocinio della Provincia e del Comune di Viterbo e della Fondazione Carivit. In occasione dell’evento del 4 marzo è stato patrocinato anche dalla SIMSPe.
Ha aperto l’incontro M.Teresa Lecchini, presidente FIDAPA Viterbo, concluso la socia Fidapa Chiara Frontini e componente Distretto Centro TaskForce Entrepreneurship, ed ha coordinato la vicepresidente FIDAPA Giuseppina Del Signore.
Sono intervenuti per i saluti istituzionali il Prefetto di Viterbo e il Presidente della Provincia e l’assessore alla Cultura di Viterbo. Presenti anche alcuni studenti di alcune scuole superiori che hanno aderito al progetto.
La dottoressa Mascolo attraverso il racconto arricchito dalla proprie esperienze personali ha descritto la realtà “dentro”: un mondo complesso che ogni giorno offre un rinnovato stimolo ad agire con competenza ed “amore” per il proprio lavoro.
La dottoressa Elena Rastrelli partendo dal suo quotidiano lavoro presso il reparto di Medicina Protetta-Malattie Infettive dell’Ospedale Belcolle di Viterbo, ha fatto un rapido quadro della Medicina Penitenziaria vista con l’occhio dell’infettivologo, che spesso è l’ultimo baluardo di approccio alla cura ed alla prevenzione delle malattie infettive per le persone in stato di detenzione. E’ stata sottolineata l’importanza dell’attività della SIMSPe, che mediante gli studi e la realizzazione di progetti, approfondisce i dati reali della salute in questo specifico contesto, divenendo utile strumento per azioni condivise in ambito regionale e nazionale sulla Medicina Penitenziaria.
Un particolare accento, prima dei saluti, all’idea di realizzare il focus sulla salute delle donne detenute nell’ambito della SIMSPe, che non potrà prescindere dalla formazione di un solido network che possa farsi portavoce della medicina di genere.