Ha preso il via, il 16 novembre, la Campagna di Informazione sulle patologie virali croniche all’interno degli Istituti Penitenziari Italiani, che promossa dalla SIMIT (Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali), dalla SIMSPE (Società Italiana di Medicina e Sanità Penitenziaria), NPS Italia Onlus (Network Persone Sieropositive) e l’Associazione Donne in rete Onlus e, patrocinata dal Ministero della Giustizia e dal Ministero della Salute, durerà fino alla fine del mese di Gennaio 2012. In ciascun carcere, per alcune settimane sarà distribuito del materiale informativo in diverse lingue, così da poter informare i detenuti ed incentivare a fare il test per l’HIV e le epatiti.
Tale progetto si propone di scoprire a quanto ammonti il numero dei ‘sommersi’, cioè di coloro che non sanno di essere malati, perché la presa di coscienza è fondamentale e viene prima di tutto il resto. È noto che vivere in un ambiente di comunità, come gli Istituti Penitenziari, esponga ad un maggior rischio di diffusione di malattie infettive, e che una corretta informazione possa proteggere i detenuti e aiutare le Istituzioni a gestire in modo appropriato un problema di sanità pubblica importante. La novità sarà l’introduzione del peer educator (un rappresentante NPS). Un tutore alla pari con credibilità e competenza, passato attraverso le stesse esperienze, che parla la stessa lingua, e che è in grado di comprendere i loro problemi. “La diffusione delle malattie infettive in carcere evidenzia la necessità di un intervento programmato di prevenzione, diagnosi e terapia, relativi alle patologie infettive più frequenti. È utile considerare che il periodo di detenzione può essere un’occasione per ricevere informazioni in tema di prevenzione delle infezioni. È in divenire un progetto denominato ‘La Salute non conosce confini’ che mira ad aumentare la percentuale di esecuzione dei test di screening per virus Epatitici ed HIV negli Istituti Penitenziari Italiani, oggi ridotta al 30%. Ciò avverrà attraverso la formazione del personale sanitario di 19 Istituti Penitenziari distribuiti su tutto il territorio nazionale e l’informazione e sensibilizzazione della popolazione detenuta. I risultati dei test di screening saranno la base su cui pianificare interventi successivi di prevenzione e cura, per mantenere un buon livello di salute durante la detenzione.” Ha detto Evangelista Sagnelli, Presidente SIMIT “E’ un progetto che nasce da un’esigenza reale sul campo, con il passaggio della Sanità all’interno delle carceri dal Ministero della Giustizia al Servizio Sanitario Nazionale non è stato più possibile raccogliere negli oltre 200 istituti penitenziari dati attendibili sulla diffusione delle malattie infettive in questo ambito”. Ha spiegato Sergio Babudieri, Presidente SIMSPE “Uno degli obiettivi principali del progetto è sicuramente quello di implementare l’accettazione dei test sierologici dell’HIV, delle Epatite virali e delle malattie sessualmente trasmesse, andando ad incidere sull’educazione sanitaria delle persone detenute. Ricordiamoci tutti che la situazione in carcere rispecchia, seppur amplificandola, quella della popolazione generale.” “NPS Italia Onlus, che da sempre ha messo al centro la lotta alla diseguaglianza sanitaria che da sempre esiste, aderisce al Progetto assumendo un ruolo di compliance tra l’esecuzione dei test e la presa in carico dei reparti di malattie infettive, perché è necessaria la presa in cura del paziente positivo all’HIV e all’Epatite. Infatti non è più tollerabile che esista il doppio binario di un paziente di Serie A e uno di Serie B e che, l’aver commesso un reato, riguarda sì la competenza giudiziaria ma lo Stato ha il dovere nei confronti di tutti i cittadini di dare la stessa possibilità di accesso a cure e farmaci indipendentemente dal luogo di residenza”. Ha affermato Rosaria Iardino, Presidente Onorario NPS Italia Onlus e Donne in rete Onlus “Nel titolo tutto lo spessore etico e sociale del progetto, ideato dalle Società Scientifiche SIMIT e SIMSPE, dall’associazione dei pazienti sieropositivi NPS Italia Onlus che ha ricevuto i patrocini dei Ministeri della Salute e della Giustizia. Crisi economica e sovraffollamento non possono e non debbono significare abbandono dei più derelitti e il Paese non può permettersi di allontanarsi da quei principi di civiltà che lo hanno aiutato a risollevarsi anche nei momenti più bui della sua storia. Al di là degli obiettivi sanitari e scientifici, pur eccellenti, che il progetto mira a raggiungere, credo che il miglior risultato sarà la trasmissione di un messaggio forte e chiaro che nessuna persona in Italia, viene mai dimenticata anche nella drammatica situazione in cui versano oggi le carceri italiane.” Ha sottolineato Giulio Starnini, Responsabile per il progetto “La Salute non conosce confini” per la Direzione Generale dei Detenuti e del Trattamento – Dipartimento Amministrazione Penitenziaria “La presenza in carcere di detenuti malati di Hiv e altre patologie infettive è molto alta e correlata in buona misura alla grande percentuale di tossicodipendenti ristretti. L’azione di contrasto è legata in modo decisivo all’attività di prevenzione e di informazione a cui, peraltro il mio ufficio, in collaborazione con gli stessi organizzatori di questo progetto, ha dato un significativo contributo, distribuendo negli Istituti Penitenziari migliaia di opuscoli, su questi temi, tradotti in cinque lingue. Ritengo questa iniziativa, organizzata da SIMIT, SIMPSE, NPS Italia Onlus e DONNE IN RETE Onlus, per i suoi contenuti e per come essa è articolata su tutto il territorio nazionale, una ulteriore e importante azione di sensibilizzazione e approfondimento di queste questioni così delicate, utile non solo per i detenuti, ma per tutti gli operatori penitenziari.” Ha aggiunto l’Avv. Angiolo Marroni, Garante dei Diritti dei Detenuti del Lazio.