Il progetto europeo In e Out promosso Anlaids Lombardia e Nps di Roma, si propone studiare il fenomeno di HIV e AIDS nelle prigioni, le necessità, i bisogni di supporto psicologico e sociale e promuovere uno scambio di buone prassi tra le varie città europee.
Le buone prassi internazionali, indicano che in questo campo, l’intervento fra le prigioni e il territorio, deve diventare sempre più indispensabile proprio per poter garantire un’uguaglianza di trattamento fra le persone detenute e le persone del territorio e, soprattutto per garantire una possibilità di passaggio nel corso della riabilitazione, un’aderenza alle terapie, per fare in modo che la cura abbia un successo e, che quindi l’intervento sull’HIV, possa bloccare l’infezione.
Il progetto è stato organizzato per dare ai diversi partner la possibilità di confrontarsi sulle esperienze in campo, prendendo le definizioni di buone prassi e definendo anche degli indicatori operativi che possono facilitare l’intervento nelle prigioni e sul territorio durante il periodo di passaggio e quindi di rilascio della persona dal carcere alla condizione di libertà, per favorire anche i processi di riabilitazione.
Il problema della salute in carcere è al centro dell’attenzione europea per evitare, come purtroppo sembra spesso accadere, che le carceri possano essere “ terreni fertili per infezioni “. “In numerosi paesi europei i detenuti contraggono l’infezione durante la permanenza in carcere e ritornano in società dopo aver scontato una condanna generalmente di breve durata” (ENDIPPi). Spesso queste infezioni possono essere di epatiti, tubercolosi o HIV.
Occorre garantire la salute dei detenuti assicurando anche la sicurezza globale delle istituzioni e del personale. La cura ed il controllo non sono necessariamente in antitesi ma rappresentano piuttosto due lati della stessa moneta. ii
Una cura migliore può portare ad un miglior controllo, come viene dimostrato dal fatto che la maggior parte dei disordini che avvengono nelle prigioni provengono non tanto da tentativi di fuga ma dalle richieste di condizioni di vita migliori.
Occorre che la sanità pubblica venga considerata come un continuum di assistenza e qualità di cura sia nella prigione che nella società.
I detenuti sono un veicolo di pericolosa diffusione di malattie infettive se la sanità nelle carceri non presta la necessaria attenzione a prevenire il diffondersi delle epidemia più temute oggi come quella dell’AIDS e delle epatiti e tubercolosi.
Questo quindi deve far riflettere su come la sanità nelle carceri sia un bene indispensabile anche per la società, al di là dei diritti dei singoli detenuti. Intervenendo in modo efficace e diminuendo le esposizioni a rischi di infezione (con interventi di riduzione del danno nelle carceri riferiti alla tossicodipendenza e alla sessualità) si interverrà anche sulla società e sulla assistenza sanitaria globale. Soprattutto nei paesi dove è in crescita l’uso di droghe e si sta diffondendo l’HIV, come in quelli dell’Est europeo, senza questa attenzione alla prevenzione nelle carceri rispetto alle epidemie di malattie infettive, si potrebbe arrivare a conseguenze catastrofiche.
Nei paesi dell’est europeo il problema è di una drammaticità emergente. La tubercolosi nelle carceri dell’Europea dell’Est è un problema di enormi proporzioni che colpisce la società in generale, particolarmente aggravata dalla resistenza ai trattamenti farmacologici e dal rapido incremento delle infezioni da HIV. Gli interventi di riduzione del danno contribuiscono a ridurre la trasmissione del virus HIV, favorendo quindi, indirettamente la riduzione dei casi di TBC. Questa duplice epidemia si può risolvere solo mediante un approccio pluridimensionale e plurisettoriale.
Per questo motivo, un intervento di accompagnamento e di sostegno per le persone sieropositive o con AIDS all’interno delle strutture di pena potrà migliorare sicuramente un futuro reinserimento e un migliore percorso di presa in carico e di cura dei soggetti.
Occorre garantire la possibilità di un rapido accesso al test e quindi anche a controlli ed a eventuali ospedalizzazioni. Soprattutto la garanzia dell’accesso al test è il primo diritto principale che deve essere esercitato sulla base di una completa ed adeguata informazione, grazie a cui il soggetto sarà in grado di fare correttamente la sua scelta sul suo proprio stato di salute.
Nella fase di riabilitazione poi di deve creare un efficiente programma che al momento di fine detenzione, attraverso passaggi successivi, possa preparare una collaborazione con il territorio, quando ancora la persona è detenuta, per garantire una continuità di assistenza e una presa in carico per un inserimento sociale e lavorativo.
Il progetto In e Out europeo si pone i seguenti obiettivi:
-creazione di una rete europea sul tema dell’intervento specifico per persone sieropositive nelle carceri e per il loro reinserimento
-identificazione delle buone prassi presentate dalle città partner, confronto sulle esperienze di sostegno in carcere e reinserimento di persone sieropositive detenute per favorire l’aderenza alle terapia, il passaggio di cura tra strutture del carcere e territorio
-sperimentare progetti innovativi per il reinserimento di persone HIV+
I metodi di attuazione del progetto sono:
-raccolta di informazioni, attraverso questionari, interviste, interviste semi-strutturate con operatori sociali, sanitari, educatori che lavorano nel campo, con il collegamento con le varie esperienze ed iniziative.
Il progetto prevede la organizzazione di tre seminari che favoriranno lo scambio delle buone prassi e delle informazioni raccolte nelle città partner sulla tematica dell’assistenza e la presa in carico delle persone detenute sieropositive (spesso consumatori di droghe) per prevenire una possibile ricaduta criminale.
Nei seminari verranno presentate le diverse esperienze e individuate al termine dei lavori delle raccomandazioni e delle indicazioni operative per affrontare il tema.
La fase locale dei lavori nelle città partner prevede interviste con questionari semistrutturati e raccolta di informazioni presso il personale delle strutture penitenziarie, dei servizi sociali e locali sia pubblici che delle ONG.
Il primo seminario si è tenuto a Bucarest il 17 e 20 Maggio 2007, il secondo seminario, basato sull’analisi delle buone prassi, sugli indicatori raccolti nelle diverse città partner, verrà effettuato a Gennaio 2008 a Barcellona e il terzo seminario conclusivo sarà nell’estate del 2008 a Roma.
Il risultato finale dei lavori sarà un report sulle esperienze identificate e sui risultati degli interventi e discussioni avvenute nei diversi seminari e nel corso del progetto. Ci sarà poi una presentazione in situazioni di seminari locali e internazionali e una diffusione attraverso la rete europea anche a tutti i paesi candidati. Oltre ai partner partecipanti al progetto, al seminario finale di Roma, verranno invitate moltissime altre città che hanno partecipato in passato al network sulla multiproblematicità dell’AIDS.
Il ruolo dei partner è quello di partecipare ai seminari, raccogliere informazioni locali, portare avanti nelle loro zone, una identificazione delle varie esperienze, attraverso interviste, attraverso anche raccolta di materiale e di dati sulla situazione nelle carceri, e la presenza HIV nelle carceri. Tutti i partner parteciperanno ai seminari e quindi potranno esporre le loro realtà locali.
Il progetto di 18 mesi parte nel 2007 per finire nel maggio 2008.
Foto dall’ultimo meeting tenutosi a Barcellona nel gennaio 2008
da sinistra a dx per chi legge
Dr Gabriele Codini, Anlaids Lombardia
Prof. Sergio Babudieri, Clinica Malattie Infettive Univ. Degli Studi di Sassari ,Vice Presidente S.I.M.S.P.E.
Dott.ssa Rosaria Iardino , Presidente Network Persone Sieropositive
Sig. Pino Zumbo , per educator Network Persone Sieropositive
Dott. Starnini Giulio, Responsabile U.O. Medicina Protetta- Malattie Infettive Ospedale Belcolle di Viterbo
Prof. Massimo Galli , Clinica Malattie Infettive Ospedale Sacco Univ. di Milano
i ENDIPP European Network on drug and infections prevention in Prison.
ii Confronta il sito http://budapest2005.endipp.net
Codini Gabriele, Anlaids Lombardia, Milano.
09/02/2008