Il progetto “Free to live well with HIV” nasce da un’evidenza: l’elevata diffusione in ambito carcerario delle infezioni da HIV ed altre patologie infettive correlate con un’alta percentuale di detenuti inconsapevoli del proprio status sierologico. Dai dati del ministero della giustizia si nota che oltre il 50% dei detenuti ha detenzioni di breve durata; per tale motivo fornire e somministrare i test, il trattamento farmaceutico e un collegamento ai servizi di assistenza ai detenuti mentre questi sono ancora nelle strutture carcerarie consente di migliorare la salute dell’intera società, riducendo il rischio di trasmissione delle malattie e riducendo i costi legati alle comorbilità collegate a tali infezioni.
Gli obiettivi fondamentali sono 3: implementare conoscenze, atteggiamenti e competenze dei detenuti che consentano loro di compiere scelte responsabili e consapevoli riguardo alla propria salute, promuovendone il proprio benessere fisico soprattutto nell’ottica del ritorno in società; implementare conoscenze, atteggiamenti e competenze del personale penitenziario che consenta loro un’adeguata gestione in sicurezza del proprio lavoro quotidiano, giovandosi delle esperienze e delle conoscenze del personale sanitario di questa spett.le ASUR. Si raccoglieranno elementi conoscitivi sulle necessità informative dei detenuti e si predisporranno strumenti per rispondere a tali necessità.
Il progetto, basato sulla logica della peer education, si articola in sei parti, tra loro strettamente interconnesse, diversificate a seconda dei beneficiari dell’intervento:
- aggiornamento del personale sanitario degli istituti;
- intervento formativo/informativo a favore della persone detenute;
- accesso al test per l’HIV e, qualora necessario, per l’HCV;
- attività di formazione a favore del personale di polizia penitenziaria , degli educatori e dei volontari;
- attività di ricerca e conseguente predisposizione di materiale informativo;
- consolidamento della rete.
Per la collettività dei detenuti e per quella dei loro congiunti, questo progetto può rappresentare un’importante risorsa relativamente al miglioramento delle condizioni di salute, alla emersione di stati infettivi sconosciuti, alla limitazione dei rischi di infezione. In particolare questo vale per le persone che appartengono a comunità straniere in cui la conoscenza dell’HIV è particolarmente limitata o confusa.
Il personale sanitario coinvolto nelle attività formative sono: dirigente medico di istituto, coordinatore infermieristico ed infettivologo, per gli aspetti di competenza (formazione ai detenuti ed al personale non sanitario (educatori, volontari, polizia penitenziaria) e nell’offerta dei test diagnostici su base volontaria ai detenuti.
Tutti gli oneri diretti e/o indiretti sono a carico degli Enti organizzatori e al termine del progetto sarà fornito un dettagliato report sugli esiti dell’intervento.