Chiavari (GE), 23 aprile 2014. Medico penitenziario. Un lavoro difficile e, anche per questo, denso di soddisfazioni. Un lavoro difficile perché il Paziente si attende da te un risultato certo, immediato e verificabile quotidianamente. Un lavoro difficile perché, soprattutto negli Istituti più piccoli e con scarse attrezzature, devi puntare su senso clinico e sulla semeiotica.
Per capire quando e fino a che punto intervenire, quando è il momento di correre e uscire, cosa che è sempre un rischio per gli uomini della Polizia Penitenziaria e, talora, per i nostri particolari Pazienti.
Perché quando lavori in un Servizio Medico di un Carcere, puoi contare spesso solo sulla vista e sull’udito e sul tatto. Impari a visitare. Impari a “sentire” il Paziente.
Ecco allora la presentazione di 4 casi clinici molto diversi tra loro. Li proponiamo ai Colleghi. Ognuno di questi articoli propone riflessioni su aspetti diversi del nostro lavoro.
Un infarto subdolo: presenta un caso che abbiamo preso per i capelli. Un mal di stomaco in un Soggetto, ci dicono i Carabinieri che l’hanno portato da Milano “che ha vomitato anche l’anima e… Minchia! Cento volte ci siamo dovuti fermare”
Artrite Reumatoide: pone una riflessione sulla pericolosità del seguire certi protocolli. Un Paziente trattato per sette anni con alte dosi di cortisone e che si presenta con una sindrome di Cushing jatrogena. E’ stato trattato con successo con una terapia integrativa, che portiamo all’attenzione dei Colleghi.
Una cefalea inascoltata: propone il caso di un Paziente affetto da cefalea ad insorgenza recente e trattato a lungo con metamizolo. Ad una accurata visita neurologica rivela importanti sintomi a focolaio. Gli accertamenti successivi rivelano: glioma dell’emisfero sinistro.
Entensite rotulea in esiti di S. di Osgood-Schlatter: porta a riflettere su certe gonalgie insorgenti in giovane età, determinate da un difetto dei nuclei di ossificazione, piuttosto rara, ma non troppo.
Buona lettura, quindi. E attendiamo le vostre osservazioni.
Dott. Roberto Santi – Referente Medico di Presidio e Autore dei Casi Clinici – Dott.ssa Maria Giovanna Papagni – Ex Medico Incaricato e co-Autorice dei Casi Clinici