IL 23 maggio 2009 si è tenuta a Milano l’assemblea dei soci della SIMSPe della Lombardia. L’intento era quello di procedere ad un atto che i più desideravano da tempo: dare una visibilità all’impegno silenzioso e costante che da anni moltissimi operatori penitenziari (di fatto appartenenti alle diverse operatività presenti nella nostre carceri lombarde) profondevano, dando un supporto prezioso e insostituibile al sottoscritto ed alla Patrizia Massa, figura unica, peculiare ed insostituibile ai fini della realizzazione dei progetti che abbiamo realizzato.
Un lavoro, il nostro, iniziato ben cinque anni fa e non “con il vento in poppa”, visto che di “cassandre” e di persone brave solo ad opporsi ed a spargere il seme della malevolenza ne abbiamo incontrate diverse e tutte ben determinate a contrastare una proposta che attingeva i propri valori a quelli più nobili delle professioni sanitarie ed alla “mission” propria di ogni persona che ha scelto di dedicarsi a quelle persone
membri a tutti gli effetti e con pari dignità della nostra società – sottoposte a pene restrittive della società.
Un lavoro (proprio perchè ad alcuni pareva logico e naturale fare il contrario)
svolto sempre “per” e mai “contro”
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per le persone detenute, la cui cura ci è affidata
per gli operatori tutti (medici, infermieri, personale tecnico, psicologi collaboranti con l’area sanitaria)
per l’istituzione, attraverso i suoi rappresentanti istituzionali (provveditore, direttori, comandanti, educatori, etc.)
cercando di essere lievito e fermento per la crescita comune, nonostante tutti i problemi derivanti dalla scarsità di risorse e dalla scarsa attenzione o benevolenza di alcuni.
Silenziosamente, rappresentando una Società capace di fondere virtuosamente * sapere accademico, indispensabile per valorizzare e dare visibilità agli splendidi e competenti professionisti operanti nel settore ed al contempo svolgere una funzione di rappresentanza, costruttiva, discreta, ma determinata atta a rappresentare i diritti degli stessi operatori ed al contempo svolgere una funzione di tutela nei loro confronti.
IL Dottor Pagano potrebbe testimoniare in quante situazioni si è dovuto valutare l’operato dei sanitari penitenziari e quanta rispettosa, ma severa, attenzione egli stesso abbia profuso in tali situazioni.
…quanto ha influito il silente operare della nostra società anche in tali delicati momenti? Mi chiedo “ si sarebbe fatto altrettanto in assenza dei riferimenti forniti da un gruppo di validissimi esperti del settore, quali li esprime la nostra società?
Non ho dubbi a tal proposito. Basti un esempio su tutti: il P.E.A.“ECM
penitenziaria” che abbiamo ispirato ed al quale abbiamo dato un fortissimo contributo. Posso dare testimonianza diretta che al, al di ls’ dei benefici formativi derivanti, esso ha contribuito a darci una nuova visibilità all’esterno: non più i medici venali e poco capaci propensi a battersi (spesso in maniera plateale) …per un euro in più ad ora (ed ovviamente anche questo serve e bisogna essere grati a chi ci si è battuto), ma dei professionisti determinati (a prescindere dall’”indispensabile, ma vile denaro”) a ribadire l’importanza del proprio ruolo e richiamare la società civile (per quanto di propria competenza) ai propri doveri costituzionali).
La data del 23 maggio 2009 (e mi rivolgo in tale senso soprattutto ai soci ed ai simpatizzanti presenti nella nostra regione è un punto di partenza e non di arrivo!
• Anche se siamo in una regione che ha più volte dato prova di competenza ed attenzione al mondo penitenziario;
•anche se i referenti istituzionali regionali sono sicuramente tra i migliori disponibili sul territorio nazionale;
•anche se i responsabili di molte delle Aziende Ospedaliere coinvolte hanno mostrato attenzione, considerazione e rispetto per il nostro lavoro
in sede regionale è ancora tutto da decidere e detrattori e malevoli sono, a macchia di leopardo, presenti e pronti a fare sentire la propria voce, al fine di recuperare risorse a danno dell’assistenza sanitaria penitenziaria, prescindendo completamente dalla dignità umana e professionale di chi fino ad oggi ha dato tanto ed il meglio di se’…in cambio di poco!!!
C’è tanto da fare ed in positivo:
•i nostri referenti regionali sono attenti nei nostri confronti, ma è necessario fare uno sforzo ulteriore per fornire loro le ragioni utili per emanare le disposizioni più mirate, efficaci ed incisive per migliorare quanto è stato affidato loro con il passaggio delle competenze;
•c’è tanto da fare per migliorarci ed aggiornarci nel nostro specifico professionale;
•dobbiamo potenziare la capacità di supporto e tutela a colleghi ed operatori eventualmente in difficoltà, sul territorio regionale;
•dobbiamo restituire, quale segno di gratitudine ed appartenenza, parte del nostro impegno per la crescita della SIMSPe nel suo insieme, mettendoci a disposizione del consiglio nazionale, pronti a supportare colleghi e realtà che ne avessero bisogno;
•dobbiamo arricchire la pagina web regionale, facendone un vero e proprio bollettino di informazione per tutti i colleghi.
Ultimo e non per importanza – in linea con quanto abbiamo sempre cercato di fare – dobbiamo contribuire al superamento delle inapparenti divisioni esistenti con operatore che aderiscono ad altre sigle, riconfermando un atteggiamento di stima, spesso affetto che esprimiamo individualmente nelle diverse occasioni in cui ci incontriamo.
La diversità è una risorsa ed è quindi un bene che poche e significative sigle rappresentino il momento sanitario penitenziario…le divisioni aprioristiche non hanno senso e ci rendono vulnerabili, spesso inermi nei confronti di interlocutori molto più potenti di noi.
Con i colleghi ed operatori del direttivo regionale e con tutti quelli che vorranno aiutarci sin da … oggi (!!!) siamo operativi.
L’augurio finale che faccio a me stesso ed a tutti è di potere condividere con chiunque vorrà darci una mano e confrontarsi con noi i successi che il nostro impegno determinerà.
Angelo Cospito, Segretario Regionale Regione Lombardia
02/05/2009