Roma, Dicembre 2014 – Recepite le proposte al Legislatore di SIMSPe in Commissione Sanità del Senato con un O.d.g. proposto come primo firmatario dal Sen. Luigi D’Ambrosio Lettieri in sede d’esame della Legge di Stabilità 2015.
Il documento, dopo aver premesso che:
– il trasferimento delle competenze sanitarie dal Ministero della Giustizia al Servizio Sanitario Nazionale e ai Servizi Sanitari Regionali è stato definito con il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 1 aprile 2008 e con esso, assieme alle funzioni, sono state trasferite al Fondo sanitario nazionale e ai Fondi sanitari regionali le risorse, le attrezzature, il personale, gli arredi e i beni strumentali afferenti alle attività sanitarie nelle carceri;
– la corrente grave crisi economica e la spending rewiew in atto anche in sanità non devono far dimenticare che il detenuto è titolare di tutti i diritti derivanti dalla persistenza a suo carico della cosiddetta «quota capitaria», come statuito del decreto legislativo 230 del 1999, e dall’esenzione alla compartecipazione alla spesa come stabilito dal Decreto del Presidente della Repubblica n. 230 del 2000;
– secondo quanto riportato nel documento del Comitato nazionale di Bioetica a settembre dello scorso anno, su uno studio condotto su dati nazionali sulla differente distribuzione delle problematiche di salute fra detenuti e popolazione generale, è a rischio il 13 per cento della popolazione carceraria contro il 7 per cento della popolazione generale. La sproporzione è particolarmente evidente per alcuni disturbi: la dipendenza da droghe raggiunge il 21,5 per cento fra i detenuti contro il 2,1 per cento della popolazione generale; il 15,3 per cento dei detenuti ha problemi dentali (contro il 4,5 fra la popolazione generale); il 13,5 per cento presenta malattie osteoarticolari e post traumatiche (contro l’11,9 fra la popolazione generale); il 2,08 per cento soffre di infezione da HIV (contro lo 0,2 della popolazione generale);
– nell’insieme, il carcere si conferma come ambiente a rischio: per i disturbi mentali e in particolare per i disturbi nevrotici e di adattamento, che sono presenti in misura dieci volte maggiore fra i detenuti, a conferma dello stress da vita carceraria; per le malattie infettive, la cui possibilità di trasmissione è aggravata dalla promiscuità; per le patologie cardiovascolari e per il diabete, legate alla sedentarietà e alle cattive abitudini alimentari;secondo le recenti dichiarazioni del presidente della Società Italiana Malattie Infettive riportate su organi di stampa, l’importante diffusione stimata tra il 30 ed il 40 per cento dell’infezione da epatite C e l’epatite cronica attiva con evoluzione in cirrosi epatica che ne consegue, appaiono oggi come la prima emergenza sanitaria da affrontare in, ambito carcerario;
– emerge, pertanto, la necessità di un Osservatorio Epidemiologico Nazionale sulla Salute in Carcere, poiché i progressi della farmacologia, della clinica, della diagnostica oggi evidenziano un quadro sempre più fluido dell’evento malattia in carcere, con una tendenza dinamica che necessita di approfondita conoscenza per migliorare i target dell’intervento;
– bisogna anche ricordare come ancora i servizi sanitari attivati dalle Regioni all’interno degli Istituti Penitenziari della Repubblica sono privi del codice struttura che li identifichi al Nuovo Sistema Informativo in Sanità (NSIS) sebbene il Ministero della Salute abbia avviato e concluso uno studio di fattibilità in merito (SISPe: Sistema Informativo Sanità Penitenziaria);
impegna il Governo,
– a valutare l’opportunità di un nuovo ed approfondito monitoraggio della situazione sanitaria nel sistema penitenziario italiano a seguito del transito delle competenze dal Ministero della Giustizia al SSN;
– a valutare l’opportunità di istituire presso l’Istituto Superiore di Sanità l’Osservatorio Epidemiologico Nazionale sulla Salute in Carcere;
– a valutare l’opportunità di adottare misure idonee a garantire l’accesso ai nuovi farmaci disponibili per la cura dell’Epatite C alle persone detenute in carcere che ne abbiano bisogno;
– a valutare l’opportunità di una revisione del DPCM 1 aprile 2008 e dell’allegato A) nelle parti relative all’organizzazione dei servizi all’interno delle Aziende Sanitarie ed al transito del personale ex legge n. 740 del 1970;
– ad adottare apposite misure legislative per l’attribuzione dei codici-struttura agli Istituti Penitenziari, base indispensabile per integrare le attività finalizzate alla tutela della salute in carcere con il Fascicolo Sanitario Elettronico nazionale, elemento sostanziale per creare ed integrare la continuità diagnostico- terapeutica territorio-carcere-territorio.